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176 | capitolo decimonono. |
— Ed io quanto per voi tutti!... — esclamò la giovanetta piangendo di gioia.
— Siamo salvi?
— Sì, ringraziato il cielo!...
— E le tigri?
— Tutte morte.
— E l’incendio?
— Si spegne! — gridò il pilota accorrendo.
— Si spegne! — esclamarono Anna e il capitano.
— Sì — rispose il vecchio marinaio. — Altro non arde che un cumulo di rottami ardenti, ma che con poche pompate spegneremo.
— È un miracolo questo! — esclamò il capitano Hill.
— Lo credo, signore — rispose Asthor.
— Ed i naufraghi? — chiese Anna.
— Sono fuggiti ieri sera, e a quest’ora devono essere assai lontani — rispose il capitano. — Ma il cuore mi dice che un giorno io li ritroverò, e allora guai a loro!...
— L’avete ucciso Bill?
— Asthor sparò contro di lui un colpo di pistola, facendolo stramazzare in mare dalla murata di poppa. Quando quei miserabili abbandonarono la Nuova Georgia, egli non dava più segno di vita.
— Infame! — esclamò Anna.
— Dimmi — disse il capitano. — Passarono dal quadro di poppa quei furfanti?
— Sì — rispose Anna. — Attraversarono il salotto e scesero nelle scialuppe passando per la finestra.
— E Bill?...
— Bill lo udii entrare poco dopo e bussare alla mia cabina. Avevo sentito le tue grida, sapevo ormai che le tigri erano sul ponte e mi ero chiusa dentro armandomi d’una pistola.