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Capitolo Decimonono.

Sul rottame.


La proposta del capitano, come ci si può immaginare, era temeraria, poichè le tigri sono senza dubbio le fiere più coraggiose del mondo, le quali non temono che rare volte l’uomo, e si gettano, con un’audacia che rasenta la pazzia, contro i cacciatori, senza badare al numero nè alle armi.

Del resto quello era l’unico mezzo per scovarla, poichè poteva rimanere celata dodici, fors’anche ventiquattr’ore e forse anche di più, prolungando la prigionia del capitano e dei suoi compagni non solo, ma mettendoli alle strette con la fame e con la sete.

Essendo state tagliate le griselle, i tre valorosi uomini si lasciarono scivolare lungo i paterazzi, portando seco le carabine e buona parte di munizioni.

La tigre, che senza dubbio gli spiava dal suo nascondiglio, nel vederli porre piede sul ponte, fece udire un brontolìo minaccioso.

— Non commettete imprudenze — disse il capitano ai due compagni. — Tenetevi presso di me, e badate di non fallire il colpo. —