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la fuga dei forzati. | 167 |
— Salvo?
— Sì, salvo, e tu?...
— Sono barricata nella mia cabina.
— Ferita?...
— No, padre mio. Sei solo?...
— No, siamo in cinque.
— E Asthor?...
— Sono vivo, miss, ringraziato Iddio — gridò il vecchio marinaio.
— E gli altri?
— Morti — rispose il capitano.
— E i naufraghi?
— I miserabili sono fuggiti!...
— Anche Bill?
— Credo che sia morto.
— Ha rubato tutti i valori!
— Ma è morto!
— E ha anche tentato di rapirmi.
— Ah!... — esclamò il capitano. — Ora comprendo tutta la trama infernale. Quello scellerato amava mia figlia!...
— Le tigri sono ancora sul ponte? — chiese Anna.
— Sempre!
— Non potete scendere?
— Siamo sugli alberi, e le nostre armi sono scariche.
— Brucia la Nuova Georgia?
— Sì, ancora, ma... Ehi, Asthor, non ti sembra che il fumo sia diminuito?
— Sì, sì — confermò il vecchio marinaio. — Ora distinguo chiaramente i due uomini salvatisi sull’albero di maestra, mentre prima il fumo ce li nascondeva.