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138 | capitolo decimoquinto. |
— Ah furfanti! — esclamò il vecchio marinaio corrugando la fronte. — O io sono una gran bestia, o qui sotto gatta ci cova.
Senza avvertire nessuno per non allarmare inutilmente l’equipaggio, si munì d’una lanterna, si nascose in tasca una pistola e scese nella stiva, certo di trovare colà i naufraghi.
Infatti li vide seduti tutti in giro, presso le gabbie delle tigri, occupati a confabulare, ma a voce così bassa, da non poter essere uditi. Bill era nel mezzo, e aveva in quel momento la parola.
Il pilota, nel sorprenderli, impallidì. Cosa potevano dirsi per cercare quel posto isolato, lontani dagli occhi e dagli orecchi dell’equipaggio americano? Nulla di buono senza dubbio.
Il vecchio marinaio stette in forse se dovesse svegliare il capitano o chiamare in aiuto l’equipaggio; ma per tema di provocare