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un assassinio misterioso. 7


un giovane marinaio, dall’aria furba e intelligente, disse, volgendosi verso il capitano:

— Miss Anna è sul ponte.

— Mia figlia qui! — esclamò il capitano, volgendosi vivamente. — Dov’è?

— Eccomi, padre mio, — rispose una voce armoniosa, ma tranquilla.

Una giovinetta si avanzava verso prua aggrappandosi alla murata ed ai cordami, per non venire travolta dai cavalloni che irrompevano sulla tolda con mille muggiti. Poteva avere sedici o diciassette anni; era una graziosa ragazza, alta, snella, con capigliatura abbondante di un biondo oro, con occhi di un azzurro profondo, di carni vermiglie, non ancora guastate dall’aria marina e dai morsi del sole equatoriale.

Negli occhi, nell’espressione del viso, nelle labbra sottili, s’indovinava in quella delicata personcina una tenacità e un’audacia, che sono ben lungi dal possedere le donne della sua età e soprattutto le donne europee.

Nonostante che la tempesta fosse violentissima e la nave corresse non lieve pericolo, sebbene di solida costruzione e montata da un numeroso equipaggio, quella creatura non sembrava per nulla spaventata, e sorrideva tranquillamente come se si trovasse benissimo anche fra la natura sconvolta.

— Qui tu, Anna! — ripetè il capitano con accento di terrore.

— Sì, padre mio, — rispose la coraggiosa giovinetta avvicinandoglisi.

— Ma non pensi che un’onda può strapparti dal ponte e trascinarti in mare?

— La figlia di un capitano marittimo non deve essere da meno