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6 capitolo primo.


L’oceano, smentendo, come del resto ben sovente accade, il suo nome di Pacifico datogli da Magellano che pel primo lo attraversò, era in piena rivoluzione. Montagne d’acqua, irte di candida spuma ma nere come se fossero d’inchiostro, si scagliavano con inaudita rabbia in tutte le direzioni, ora formando baratri spaventevoli che parevano non dovessero finir più, ed ora slanciandosi verso il cielo con muggiti tremendi.

Un vento impetuoso scendeva di tratto in tratto dalle tempestose nubi che correvano all’impazzata pel cielo oscurissimo, e balzando, con un moto circolare, su tutti i punti della bussola, fischiava in tutti i modi scotendo furiosamente l’alberatura della nave, strappando a brano a brano le vele, sbattendo i boscelli.

La Nuova Georgia però, non ostante quei doppi assalti, le montagne d’acqua che balzavano sopra i suoi bordi, e le violente oscillazioni, eseguì l’ardita manovra comandata dal suo intrepido capitano. Tornata al vento, si slanciò sulla via poco prima percorsa, tenendo bravamente testa agli elementi infuriati.

Il capitano ed il luogotenente collocatisi a prua, presso l’albero di bompresso, scrutavano attentamente i marosi cercando il naufrago che per ben due volte aveva chiamato «aiuto,» mentre i marinai allestivano le cinture di salvataggio, le corde da lanciarsi e preparavano una baleniera per essere pronti a calarla in mare, se vi fosse stato bisogno.

— Vedete nulla, signor Collin? — chiese il capitano dopo alcuni minuti.

— Nulla, capitano, quantunque noi siamo già nelle acque del naufrago.

— Che si sia annegato?

Il luogotenente stava per manifestare la sua opinione, quando