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i compagni di bill. 107


tutto: quando darò il comando, scaricate i fucili nel più fitto dell’orda, poi carichiamola colle sciabole e colle pistole.

Era ormai giorno fatto; il sole comparso sopra i grandi picchi che dividevano l’isola, faceva cadere una pioggia d’oro sui boschi e sulle capanne del villaggio.

La folla cresceva di minuto in minuto; si vedeva accorrere dalle vicine foreste che nascondevano altri villaggi, dalla parte del mare, dalla parte dei monti, e si accalcava attorno alla dimora reale, dove una compagnia di suonatori faceva echeggiare furiosamente le conche marine.

D’improvviso si fece un grande silenzio: i guerrieri si ordinarono rapidamente formando una lunga colonna che si distaccò dalla grande capanna, dirigendosi verso il bosco occupato dall’equipaggio della Nuova Georgia. Dietro di loro comparve il vecchio re, portato su di una specie di palanchino sorretto dai più famosi guerrieri della tribù, adorni di numerose collane e colle membra tatuate.

Il povero despota era vestito in gran gala. Aveva le braccia e le gambe fasciate da lunghe strisce di quella tela detta masi, il petto dipinto di nero colla tintura di aluazzi, il capo coperto da un fazzoletto rosso sormontato da uno strano diadema formato di conchiglie e aveva al collo numerose collane di pezzi di fanoni di balena.

Poteva avere sessant’anni, ma l’abuso delle bevande alcooliche e qualche lunga malattia lo avevano invecchiato assai. Malgrado sapesse la sorte che lo attendeva, pareva contento e sorrideva amabilmente alla prima moglie che lo sventolava con un ventaglio di foglie di cocco.

Mac Bjorn e Bill, che aguzzavano gli occhi, distinsero dietro al vecchio re, ma circondati dalla popolazione, i loro sei compagni,