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un assassinio misterioso. 5


— Hai udito un grido, tu?

— Sì, e veniva dal mare.

— Tieni la ribolla, pilota. —

Il signor Collin lasciò il timone, ed aggrappandosi ai cordami, ai bordi ed agli attrezzi che ingombravano la nave, per non venire rovesciato dai violenti colpi di mare, che saltavano di quando in quando in coperta con tremendi muggiti, giunse a prua. Un uomo di alta statura, con le spalle larghe, di membra muscolose, impartiva con voce squillante dei comandi ad un gruppo di marinai che tentavano di spiegare una vela di trinchetto che il vento continuava ad abbattere.

— Capitano, — disse.

— Cosa desiderate, luogotenente? — rispose il gigante, volgendosi.

— Abbiamo un naufrago nelle nostre acque. Ho udito due volte gridare aiuto.

— Quando?

— Poco fa.

— Un naufrago qui! Non bisogna perder tempo e virare subito di bordo. Mia figlia non mi perdonerebbe mai di non aver salvato un disgraziato marinaio.

— Ma il tempo è orribile, signore.

— Non importa; tutto si deve tentare per salvarlo. Fate virare di bordo! —

Collin con un colpo di fischietto chiamò i marinai dispersi pel ponte e li dispose ai bracci delle manovre, mentre il pilota Asthor, che si trovava sempre alla ribolla, faceva uno sforzo potente per far poggiare la nave.

Il momento era tutt’altro che propizio per eseguire questa manovra, e tanto meno per tentare un salvataggio.