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Capitolo Decimoprimo.

I compagni di Bill.


Un uomo si era alzato dietro al cespuglio, e dopo quella esclamazione si era avanzato verso il drappello, fermandosi però di tratto in tratto per stropicciarsi energicamente gli occhi, come se avesse timore di vederci male.

Ma quale uomo! Era alto, magro come se fosse digiuno da tre settimane, sparuto, livido. Una barba prolissa, rossiccia, gli pendeva dal mento e una lunga capigliatura arruffata come una matassa gli cadeva sugli omeri, i quali lasciavano vedere le ossa, tanto erano secchi.

Pochi brandelli di stoffa, che ricordavano vagamente le forme di una casacca e d’un paio di calzoni sfondati, coprivano quel corpo ischeletrito e coperto di contusioni.

— Ma sei proprio tu Bill? — ripetè quel disgraziato.

— Mac Bjorn! — esclamò il naufrago. — In quale stato mai ti trovo!...

— Un po’ magro, non dico di no, ma vivo ancora a dispetto di