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cap. vi. — una nuova spedizione | 77 |
neri e profondi della giovane principessa avevano assunto un’espressione di malinconica dolcezza.
Il fiero pescatore di perle e la sorella del marajah, rimasero alcuni minuti immobili continuando a guardarsi, poi quest’ultima si ritirò lentamente indietreggiando e facendogli colla mano un gesto d’addio.
Amali non aveva lasciato il suo posto. Aveva continuato a guardare verso la veranda, come se la giovane si fosse trovata ancora là.
La voce del suo luogotenente lo trasse da quell’immobilità.
— Padrone, — aveva detto Durga — se questa sera dobbiamo partire, va’ a prendere un po’ di riposo. Non ne avrai il tempo più tardi. Credevo anzi che tu dormissi in piedi come i nostri elefanti.
— Avevo gli occhi aperti.
— Sì, fissi lassù, — rispose il luogotenente, con un sorriso malizioso. — Vi erano due altri occhi che ti guardavano, due vere stelle, padrone.
— Taci, Durga — rispose Amali. — Tu sai che vi è del sangue fra me e quella fanciulla.
— Ed anche un principe che può diventare un pericoloso rivale.
— Ma che io posso sopprimere, — disse Amali, con accento selvaggio.
— Dovevi farlo prima, quando la tua scimitarra lo colpiva.
— Mi pareva di commettere un assassinio.
— Troppo generoso, padrone! Il marajah e anche il principe non avrebbero esitato a spacciarti se