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68 | sul mare delle perle |
l’essere discendente dell’antica famiglia regnante, la sua autorità, il suo valore e l’amicizia che lo legava al marajah, contribuivano a dargli una grande influenza ed un grande potere.
«Quell’influenza doveva tornargli fatale e suscitargli intorno invidie e sospetti in gran numero. Vili cortigiani e vili ministri, gelosi della preponderanza che esercitava alla corte, cominciarono a soffiare negli orecchi del marajah tristi parole.
«Uno dei ministri, specialmente, invidiava la stima che godeva il generale e cercava di tutto per abbatterlo e rovinarlo per sempre. Anima infernale, sapeva però dissimulare abilmente, ed in apparenza si mostrava il miglior amico dell’uomo che voleva perdere, affettando per lui la massima deferenza ed impiegando, quando lo incontrava, le più servili adulazioni.
«Un giorno, dopo una partita di caccia fatta nei dintorni di Jafnapatam, il marajah ed i suoi favoriti, stanchi di un piacere che consisteva unicamente nel vedere delle belve sbranare dei battitori, si erano ritirati sotto una vasta tenda, innalzata all’ombra d’una foresta, dove era apparecchiata una tavola riccamente imbandita.
«Il marajah era di buon umore e scherzava allegramente, prendendo di mira il generale, il quale doveva adattarsi a tutte le spiritosaggini del suo signore, senza mostrare di offendersene.
«Il momento di cominciare il pranzo era giunto ed il capitano delle guardie ne aveva avvertito il sovrano, il quale aveva indossato un costume europeo mettendosi in testa un cappello di feltro.