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cap. v. — La rocca del re dei pescatori di perle. 65

che ha scavato un abisso immenso che forse mai potrò colmare. E chiama bandito me che dovrei sedere sul trono occupato da suo fratello! che ho nelle vene sangue di antichi re i quali hanno dominato gran parte dell’isola di Ceylan! Sento che quella donna mi fa paura e che....

S’interruppe udendo dei passi nella stanza vicina.

Era Mysora che entrava, accompagnata da Durga, il quale teneva la scimitarra sguainata.

La sorella del marajah, più bella che mai nella veste di seta azzurra ricamata in oro, con una sciarpa avvolta graziosamente attorno ai lunghi e neri capelli, si era fermata sulla porta, come se avesse avuto paura di entrare.

— Mysora vieni, tu sei come in casa tua, — disse Amali. — Nulla hai da temere dal re dei pescatori di perle.

— Se è vero che io qui mi trovo come in casa mia, giacchè tu dici di essere generoso, rendimi subito la libertà, — replicò la principessa con sottile ironia.

— Un giorno forse, ora no — rispose Amali.

— Sarà dunque lunga la mia prigionia?

— Tutto dipende da tuo fratello.

— Oh! Verrà presto a distruggere il tuo rifugio, perchè mio fratello ha numerose galee e anche valenti marinai.

— Io l’attendo.

— E non risparmierà nemmeno te, Amali.

— Si provi.

— Ti reputi molto forte tu, per sfidare l’ira del marajah di Jafnapatam.