Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
cap. iv. — un naufragio disastroso | 59 |
— Ti ho domandato dov’è Mysora!
— È nelle mie mani.
— Riconducila nel suo paese o, parola di principe, io ti farò pagar cara l’infamia che hai commesso.
Amali incrociò le braccia sul petto, dicendogli con voce grave:
— Bada che io non debba pentirmi di essere stato troppo generoso verso di te, principe di Manaar. Il mare è profondo quì e, una volta gettato, un uomo non ritorna più alla superficie.
— È una minaccia per spaventarmi?
— Che io eseguirò se tu mi darai impiccio.
— Allora potevi uccidermi quando la tua scimitarra mi ha atterrato.
— Invece io ti ho risparmiato per mostrarti che il re dei pescatori di perle non è un volgare bandito.
— E mi terrai prigioniero?
— Finchè vorrò io.
— I miei uomini verranno a liberarmi ed appiccheranno te e tutti i tuoi seguaci.
— Quindicimila sono i pescatori di perle e tutti mi obbediscono, siano essi cingalesi, o malabari o travancoreani. Potrà il principe di Manaar opporne altrettanti? Come vedi sono più possente di quello che tu hai creduto.
— I miei si uniranno a quelli di Jafnapatam.
— Si provino ad assalirmi e vedremo chi avrà la vittoria. Durga, veglia su quest’uomo e se è necessario legalo.
— Non lo lascierò un momento, padrone.