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cap. iv. — un naufragio disastroso 53

ciando di cadere addosso alle scialuppe, le quali non avevano ancora potuto prendere il largo.

— Padrone, — disse Durga. — Mitragliamoli giacchè non possono difendersi.

— Sarebbe una crudeltà inutile, — rispose il re dei pescatori di perle. — Pensiamo invece di fuggire, prima che giunga qualche altra nave.

— Lascieremo la nave senza saccheggiarla?

— Rimarrà arenata e potremo più tardi privarla delle sue artiglierie. Gli inglesi per ora hanno ben altro da fare che di occuparsi dei loro pezzi.

Mentre l’equipaggio della nave naufragata si metteva in salvo, il Bangalore aveva continuato la sua corsa, allontanandosi da quei pericolosi paraggi.

La nave, dopo essersi immersa fino alle murate, aveva arrestato la discesa. Sopra acqua non rimaneva che la tolda e l’alberatura; potevasi quindi considerare interamente perduta.

— Andiamo al rifugio e lasciamoli tirarsi d’impiccio come potranno — disse Amali. — E tu, Durga, va’ ad occuparti del principe di Manaar, il quale avrà bisogno delle tue cure. Ti ho detto che non voglio che muoia.

— Che vorrai fare di lui?

— Non lo so ancora, penso tuttavia che potrà forse un giorno essermi di qualche utilità.

— E possibilmente aiutare la prigioniera a fuggire, padrone — rispose il luogotenente. — Non dimenticarti che l’ama.

Una nube offuscò la fronte del re dei pescatori di perle.