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cap. iv. — un naufragio disastroso 51


— State attenti! — gridò Amali. — Passiamo sui banchi!

Si era alzato per scorgere meglio gli ostacoli che si stendevano dinanzi alla sua nave.

Il momento era terribile, perchè sarebbe bastato un falso colpo di timone od una manovra male eseguita per perdere tutti.

Amali appariva tranquillo, come fosse sicuro del fatto suo. Il suo sguardo d’aquila aveva già scorto il luogo dove doveva passare.

Il Bangalore, che la brezza, diventata forte, spingeva velocissimo, balzò in mezzo alle onde che muggivano intorno ai banchi, senza deviare d’una sola linea.

— Padrone — disse Durga, che era diventato pallidissimo. — Corriamo incontro alla morte.

— Silenzio! — gridò Amali. — Guai a chi parla.

Le onde investivano da tutte le parti il Bangalore, scuotendolo fortemente e lambendone i bordi. Si udivano certi colpi come se la chiglia qualche volta raschiasse il fondo o se le punte degli scoglietti la urtassero.

La nave inglese l’aveva seguito senza alcun sospetto, tirando di quando in quando qualche cannonata.

— Passiamo? — gridò Amali.

— Sì, padrone — risposero ad una voce i suoi uomini. — Ecco l’ultimo banco.

— Date fuoco alle spingarde!... Fingiamo di accettare la battaglia.

Durga e altri due marinali fecero tuonare le