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cap. iv. — un naufragio disastroso | 49 |
— Sì, ma credo di rabbia.
— Si calmerà — rispose il re dei pescatori. — S’ella teme che io l’abbia rapita per ucciderla, s’inganna; Amali è generoso, e purtroppo l’ama assai.
— E gl’inglesi?
— Ci danno sempre la caccia.
— Ci seguiranno fino nel nostro rifugio? — chiese Durga con inquietudine.
— Non lo vedranno; guarda là abbasso, non vedi rompersi le onde?
— Sì, sono i bassifondi di Bitor.
— E noi vi corriamo sopra.
— Non fidartene, padrone; sono traditori.
— Non li temo e poi devo ben sbarazzarmi di quei noiosi inglesi. Si arrabbiano! Sparate pure, la polvere presto vi mancherà.
Lo stazionario, vedendo che non riusciva ad avvantaggiarsi sul Bangalore, continuava a cannoneggiare coi suoi pezzi più grossi e sempre con scarso successo, perchè la distanza aumentava di minuto in minuto.
Solo qualche palla, lanciata dal cannone di prora, che doveva avere una portata superiore agli altri, cadeva presso la piccola nave, sollevando un enorme sprazzo d’acqua. Cadeva però morta, e anche toccando il legno, ben pochi danni avrebbe potuto recare.
— Ah!... — esclamò Amali — se avessi anch’io delle grosse artiglierie, non fuggirei così dinanzi a voi e vi farei vedere come sa battersi il re dei pescatori di perle. Non importa: la vostra perdita sarà egualmente sicura.