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cap. iv. — un naufragio disastroso 47


— A te questo! — gridava.

— E tu para questa botta, ladro di donne! — rispondeva il principe.

— Non osi scoprirti.

— E tu hai paura.

— Io che ho sfidato il pesce-cane per salvarti! A te!

Amali, frettoloso di finirla, incalzava sempre. Vedeva con terrore avvicinarsi sempre più la nave inglese e temeva di venire cannoneggiato.

I suoi uomini, per buona fortuna, avevano avuto subito il sopravvento su quelli del principe e stavano per ricacciarli nella scialuppa dopo averne feriti più di mezzi.

— Finiamola — gridò Amali.

Con un colpo tremendo fa balzare di mano al principe la scimitarra, poi tira un fendente.

La lama colpisce il giovane al fianco destro, gettandolo sulla tolda sanguinante.

— Fuggiamo! — grida Amali. Ecco gl’inglesi!...

I suoi marinai che hanno già ricacciato dalla nave i guerrieri di Manaar, con una spinta vigorosa rovesciano la barca degli avversarii gettando in acqua tutti, vivi, morti e feriti, poi bracciano rapidamente le vele, mentre il re dei pescatori raccoglie il giovane principe svenuto e lo consegna a Durga.

— Devo gettarlo in acqua? — chiese il luogotenente.

— No, è un valoroso — rispose Amali. Arrestagli il sangue e portalo nella tua cabina. La ferita non deve essere grave.