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46 sul mare delle perle


Il principe di Manaar senza perdere tempo, aveva assalito con molto animo Amali, mentre i suoi guerrieri si azzuffavano ferocemente coll’equipaggio della nave.

I cingalesi, ridotti ormai alla metà, troppo felici di vedere altri sorgere in loro difesa, invece di riprendere le armi, avevano fatto forza di remi, fuggendo codardamente verso Ceylan.

— Rendi la libertà a Mysora! — gridò il giovane principe, alzando minacciosamente la scimitarra contro Amali.

— La sorella del marajah è mia — rispose questi — e finchè avrò una goccia di sangue non te la renderò.

Alloro ti uccido!

— T’aspetto.

Mentre intorno a loro ferveva la lotta, i due campioni s’erano gettati l’uno contro l’altro con pari rabbia, scambiandosi colpi formidabili.

Se Amali era un guerriero da non temer rivali, anche il principe dimostrava un coraggio da leone e una perizia non comune nel maneggio della scimitarra.

Quantunque giovane era robustissimo e agile come una pantera. La sua scimitarra lampeggiava in alto e abbasso con velocità incredibile, tentando di giungere al cuore del re dei pescatori di perle.

Ora incalzava, ora indietreggiava, s’alzava di scatto e si abbassava tutto allungandosi sulle tavole della tolda, per poi scattare nuovamente.

Amali a tutti quei colpi turbinanti opponeva sempre il suo ferro.