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cap. iii. — un abbordaggio notturno | 41 |
— Eccole — rispose l’ufficiale.
Due lampi ruppero le tenebre seguiti da due spari. L’urto, però, subito dalla scialuppa che in quel momento era stata investita dalla piccola nave, aveva fatto andare a vuoto i due colpi.
— Miei valorosi! Addosso! — gridò Amali facendo fuoco.
L’ufficiale, colpito nel petto, era stramazzato ai piedi di Mysora, mandando un gemito.
Il re dei pescatori stava per slanciarsi all’abbordaggio, quando un colpo di spingarda partì dalla scialuppa del principe di Manaar, fracassando la testa d’elefante che ornava la prora del Bangalore.
— Rispondete al principe! — gridò Amali. — E voi, all’assalto!
I ventiquattro remiganti cingalesi, forti del loro numero, vedendosi aiutati dalla scialuppa del principe, si erano stretti intorno alla loro signora, impegnando la lotta con gran coraggio.
Amali, abbattuto l’ufficiale, con un salto si era slanciato nella scialuppa, seguito da dieci dei suoi.
Prode fra i prodi, forte, agile e guerriero esperimentato era tale uomo da non temere di affrontare da solo anche dieci cingalesi, i quali generalmente sono poco robusti e non troppo bellicosi.
Vedendosi dinanzi quell’ammasso d’uomini, li assalì alla disperata, sciabolando i più prossimi, mentre i suoi marinai che avevano abbordato la scialuppa a poppa, cercavano di prenderli alle spalle per forzarli a scoprire Mysora.
Intanto Durga, aiutato da quattro soli marinai faceva tuonare le spingarde, cercando di sfondare