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354 sul mare delle perle


Quel colpo, che atterrò più di quindici uomini, fu fatale pei cingalesi. Disperando ormai di vincere e vedendo già altre barche accorrere in aiuto del Bangalore, gettarono le armi cadendo in ginocchio e chiedendo grazia.

Solo il marajah, pallido, col viso sconvolto, era rimasto in piedi, guardando Amali e Jean Baret con occhi truci.

Il re dei pescatori di perle s’aprì il passo fra i cingalesi e, ponendo una mano sulla spalla dei marajah, gli disse:

— Sei mio prigioniero.

— Uccidimi giacchè mi hai vinto e detronizzato, — rispose quegli con voce cupa.

— Io non uccido un uomo che domani sarà mio cognato, — disse Amali.

— Io tuo parente!

— Mysora diverrà mia moglie.

— La miserabile!

— Dovresti ringraziarla. Ella ha acconsentito a sposare il re dei pescatori di perle a condizione che io salvassi la vita a suo fratello.

Il marajah aveva chinato la testa sul petto.

— Che cosa farai di me? — chiese, dopo alcuni istanti di silenzio.

— Ti darò un piccolo principato da governare, quello di Seran.

— E non vendicherai la morte di tuo fratello?

— Io t’ho perdonato.

— Tu sei generoso, mentre io sono sempre stato cattivo, — mormorò il marajah. — La lezione è stata dura, ma me la meritavo.