Pagina:Salgari - Sul mare delle perle.djvu/387


cap. xxiii. — l'ultimo colpo di amali 347


— Da questa ritirata precipitosa deduco che i pescatori di perle siano sbarcati. I candiani, vedendosi nell’impossibilità di dare battaglia, devono essersi rifugiati nei boschi e ripiegati verso l’ancoraggio della squadra.

— Andiamo ad Abaltor — disse il francese. — Se i pescatori sono sbarcati, troveremo Amali e anche il capitano.

Accordarono ai cavalli un po’ di riposo, poi ripartirono di buon trotto, mandando innanzi quattro esploratori, per essere sicuri che la via era sgombra.

Dal fortino alla baia la distanza era brevissima. Bastava attraversare una foresta che non aveva più di sei miglia d’estensione.

Avevano superato mezzo cammino, quando udirono in lontananza delle grida che parevano mandate da un numero enorme di persone.

Jean Baret, impaziente di giungere al borgo, spronò risolutamente il cavallo e, appena superato l’ultimo tratto di foresta, ai suoi sguardi stupiti apparve la spiaggia piena di gente e la baia coperta da centinaia e centinaia di scialuppe e di barche d’ogni dimensione.

— I pescatori di perle! — gridò.

Un momento dopo giungeva come una bomba in mezzo alla folla e cadeva fra le braccia d’Amali.

È inutile descrivere lo stupore e la gioia del prode cingalese nell’apprendere quelle strabilianti notizie.

— Maduri marajah! — ripeteva, credendo di aver male compreso. — Jafnapatam presa! La rivoluzione! Ed io che vi aveva pianto credendovi caduto nella