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346 | sul mare delle perle |
contro quattordici o quindici mila! Non avranno resistito nemmeno cinque minuti.
— Che cosa dirà Amali quando udrà che Maduri è già marajah di Jafnapatam?
— Sarà una sorpresa colossale — disse Jean Baret. — Ci avrà creduti morti, mentre invece torniamo vincitori e più vivi di prima. Sprona, Durga! Sono impaziente di dargli la buona nuova.
I venti cavalli, continuamente eccitati, divoravano lo spazio, galoppando in mezzo alle foreste che si estendevano fra la capitale e la costa.
La via però, che era quella usata dalle truppe, era buona e sufficientemente larga in modo che quattro cavalieri potevano galoppare di fronte.
A mezzogiorno i cavalieri giungevano sul luogo dove sorgeva il fortino, di cui non erano rimasti in piedi che pochi pali semi-carbonizzati ed i bastioni di terra.
Jean Baret, temendo che in quei dintorni si trovassero ancora i candiani che lo avevano fatto prigioniero, aveva raccomandato di avanzarsi con prudenza, mandando contemporaneamente Durga in esplorazione, onde non cadere in qualche imboscata.
Dopo una mezz’ora il luogotenente d’Amali era tornato, dicendo di non aver incontrato nessuno.
— Avranno levato il campo per rifugiarsi in qualche altra città? — domandò il francese. — Oppure il marajah sarà giunto qui prima di noi e li avrà condotti seco?
— Io la penso diversamente, — disse Durga.
— Spiegati.