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Quattordici bocche da fuoco, che prima difendevano le barricate, tuonano contro i colossi, che percorrono la piazza a galoppo sfrenato, cacciando nei loro corpacci palle di due e di tre libbre, le quali fracassano costole e cranî.

Bastano cinque minuti perchè tutti cadano morti o moribondi.

I candiani, vedendo gli elefanti cessare l’inseguimento e stramazzare sulle pietre della piazza, riprendono animo, tentando contrastare ancora una volta il passo ai ribelli ormai trionfanti.

Dinanzi al palazzo del marajah s’impegna l’ultima battaglia. Jean Baret coi suoi due battaglioni si slancia, alla carica, rompe le linee dei mercenarî, e perviene al portone del palazzo che i servi non hanno avuto il tempo di chiudere e di barricare.

La resistenza cessa subito. Gli ultimi avanzi delle guardie reali si arrendono per salvare la vita consegnando le armi, mentre la popolazione, vittoriosa dappertutto e padrona dell’intera capitale, acclama il giovane Maduri marajah di Jafnapatam.