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cap. ii. — mysora | 27 |
— Se il principe si è messo sotto la protezione dei cannoni inglesi, deve aver parlato. Non fidarti di quell’uomo e apri gli occhi.
— Ci segua e vedremo se le sue due spingarde avranno ragione sulle mie quattro. Non ci siamo ingannati, Durga! È la bella Mysora che s’avanza. Pagherà cara questa imprudenza.
— Tu sapevi con certezza che doveva venire.
— Sì.
— Chi te lo ha detto? La solita spia che paghi?
— No! un devoto amico del mio defunto fratello che vive alla corte del marajah. Manovra in modo da passare accanto alla barca della bella Mysora e portami un turbante affinchè ella non possa riconoscermi.
— Perchè nasconderti? Mysora non ti ha mai temuto.
— Non lo sappiamo e poi l’avoltoio desidera vedere la colomba prima di farla sua preda — rispose il re dei pescatori di perle.
Il luogotenente diede una voce ai marinai che stavano al governo delle vele, poi recò al padrone un ampio turbante di seta azzurra che poteva nascondere interamente il volto di lui.
Il Bangalore, che ormai manovrava al largo, scorreva lesto lesto sui flussi dorati del mare, spinto dalla brezza che soffiava dalle coste meriridionali dell’India.
Pareva che sfiorasse appena appena le onde. Curvo leggermente sul babordo, colle vele gonfie, procedeva rapidissimo, delineando a poppa una