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322 | sul mare delle perle |
L’alba doveva essere spuntata.
— Saremo forse giunti? — si domandò Jean Baret.
Stava per chiederlo ai portatori, quando gli parve di udire in lontananza dei clamori e delle fucilate che aumentavano d’intensità.
— Si combatte in qualche luogo, — disse. — Che Amali abbia trovato al borgo i pescatori e ci abbia inseguiti? No, è impossibile che abbia organizzato la caccia così presto! Eppure queste sono fucilate!
In quel momento la coperta gli fu tolta e vide la scorta radunata intorno ai tre palanchini e colle armi in mano.
— Dove siamo? — chiese ad uno dei portatori.
— Presso Jafnapatam, — rispose il cingalese.
— Si combatte nelle vie della capitale?
— Qualche grave avvenimento succede. Vediamo alzarsi del fumo e udiamo delle scariche.
— Sarà scoppiata la rivoluzione?
— Non ne sappiamo nulla.
I capi della scorta, radunati dinanzi ai palanchini, discutevano animatamente. Jean Baret li udì più volte esclamare:
— Insurrezione! Insurrezione!
Quella fermata durò cinque minuti, poi tutti si misero in cammino, dopo d’aver nuovamente coperto i palanchini.
Le grida aumentavano e anche gli spari rimbombavano sempre più vicini. Qualche grande avvenimento doveva nascere a Jafnapatam.
Per altri venti minuti i portatori s’avanzarono,