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316 sul mare delle perle

scimitarre e si avventano come belve scatenate, aprendosi un solco sanguinoso fra i nemici ancora sorpresi da quell’inaspettato attacco.

Il primo ed il secondo drappello passano, tutto abbattendo, il terzo invece, il più piccolo e che è destinato a coprire la ritirata, in un momento si trova circondato da centinaia di nemici, accorsi da tutte le parti.

Jean Baret fa scaricare le due spingarde, sperando di poter riuscire anche lui ad aprirsi un varco.

Dall’altra parte di quell’onda umana, che cerca di travolgerlo, ode delle grida e degli spari che si allontanano in direzione della borgata, poi delle urla di trionfo.

— Sono salvi e noi siamo perduti, — mormorò. — Vendiamo cara la pelle.

Si mette alla testa del suo drappello e fa impeto contro il nemico che ingrossa di momento in momento.

Vani sforzi. Quella parete umana non cede, anzi si restringe sempre più. I colpi di lancia e di mazza piovono da tutte le parti ed i suoi uomini cadono uno ad uno.

Un candiano con una calciata di fucile stordisce il povero francese, che cade senza saper dove.