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312 | sul mare delle perle |
— Il re dei pescatori di perle rifiuta quindi la resa?
— Ah! Mi hai riconosciuto?
— Sì.
— Dirai al tuo capo che noi non cederemo la fortezza finchè avremo un granello di polvere e la forza di stringere una spada od un pugnale.
— Udiamo, — disse Jean Baret, intervenendo. — Quali sarebbero le condizioni della resa?
— Consegna del fortino e delle armi.
— E poi?
— Lasciarvi condurre a Jafnapatam dove il marajah deciderà della vostra sorte, — rispose il cingalese. — Egli è buono e ama i valorosi....
— Sì, lo abbiamo provato, — disse Jean Baret. — Siccome però la sua bontà è di pessima lega e nessuno di noi ha la volontà di farsi divorare dai coccodrilli, dirai al tuo capo che, se ci vuole, venga a prenderci. Ora puoi andartene.
Il cingalese si morse le labbra e uscì dal portico, correndo verso il bosco.
— Amali, — disse Jean Baret, quando furono soli. — Non ci resta che tentare un colpo disperato. Il vento non cesserà presto, i pescatori sono forse molto lontani ed i viveri ci mancano. Non vi è che una sola cosa da tentare.
— Parlate, Jean Baret.
— Fare questa notte una sortita improvvisa, assalire i nemici ed aprirci il passo con una carica irresistibile.
— Sì, — disse Amali, — questa è l’unica via di scampo che ci rimane. Vi è però qualcuno che ci sarà di grave imbarazzo.