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cap. xx. — la presa del fortino 309

è troppo tardi per rimediarvi, cerchiamo di resistere fino all’arrivo dei pescatori di perle. Questo ventaccio non durerà un mese.

I marinai del Bangalore non facevano risparmio di munizioni. Quando vedevano comparire qualche drappello di cingalesi, sparavano colpi di spingarda e di carabina con tale prodigalità, da costringere il prudente francese a frenarli.

— Se continuano così, rimarremo anche senza munizioni — disse. — Lasciamo che sparino i cingalesi; questa cinta è sufficiente a ripararci.

Durante quella prima giornata, dagli assedianti non venne fatto alcun tentativo per espugnare il forte. Probabilmente avevano saputo da qualche fuggiasco che le capanne erano vuote e aspettavano che la fame avesse indebolito la guarnigione prima di montare all’assalto.

Tutti erano preoccupati nel fortino; specialmente Amali e Jean Baret, perchè, se l’uragano era cessato, il vento soffiava ancora con tale furia da abbattere perfino gli alberi della foresta.

Il mare doveva essere agitatissimo, rendendo impossibile lo sbarco ai pescatori di perle.

Quel giorno i disgraziati desinarono con un po’ di farina di sager trovata entro un vaso di terra ed impastata con acqua, appena due bocconi a testa.

Cinque pani, trovati in una capanna, erano stati messi in serbo per Maduri, quantunque questi li avesse risolutamente rifiutati.

La notte, numerose sentinelle furono disposte sui bastioni, temendosi una sorpresa da parte degli assedianti; questi invece si mantennero tranquil-