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294 | sul mare delle perle |
perchè le onde non potevano giungere fin là. Le ancore furono affondate e le vele abbassate sulla tolda e serrate in meno di mezzo minuto.
Amali si diresse verso prora guardando la borgata che era formata da parecchi gruppi di capanne e di tettoie.
— Dormono tutti, — disse a Jean Baret. — Non si vede alcun lume.
— Sbarchiamo subito? — chiese il francese.
— Approfittiamo dell’oscurità e della tempesta per attraversare la borgata senza destare allarmi.
Chiamò uno dei più vecchi pescatori e gli diede alcune istruzioni riguardo alla nave, raccomandandogli di non farsi sorprendere dalle galee del marajah che potevano comparire dinanzi la costa, e di avviare i pescatori di perle verso il fortino appena fossero giunti, poi diede l’ordine di sbarcare.
I settanta uomini, scelti per la spedizione, scesero sulla riva, approfittando d’un banco che si prolungava fino quasi sotto la poppa del Bangalore. Amali, Jean Baret, il capitano e Maduri scesero gli ultimi.
L’uragano aumentava allora di violenza.
Un primo lampo squarciò con pallida luce le dense nubi accumulate in cielo, illuminando per alcuni secondi la borgata, poi seguì un fracasso inaudito, composto di fragori strani e terribili.
La terra tremò, gli alberi della spiaggia oscillarono sotto una raffica tremenda e sotto quell’irresistibile scarica di fluido, poi tutto rientrò nel silenzio.
Fu una sosta breve però, perchè quei fragori