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cap. xix. — alla conquista d'un regno 293


— Sì, è sarà meglio per noi. Così potremo sbarcare senza essere veduti e marciare sul fortino, senza che nessuno dia l’allarme.

— E quel lume?

— È un piccolo faro per guidare i pescatori che vengono da Manaar.

— È sicuro il porto?

— Interamente riparato dalle onde.

— Sicchè il nostro Bangalore non verrà infranto.

— Sarà al coperto da ogni pericolo.

— Dovremo però lasciarvi un numeroso equipaggio per tenere in freno la popolazione della borgata.

— Non sarà necessario, essendo gli abitanti poco numerosi e quasi inermi. Dieci uomini e le spingarde saranno sufficienti. Gli altri verranno con noi ad assaltare il fortino.

Il Bangalore, spinto dalle onde e dal vento, si avvicinava alla costa, regolandosi sul piccolo faro per imboccare il porto.

Amali, che conosceva quella spiaggia, avendola visitata più volte, dirigeva la nave con mano sicura.

Prima di entrare nella baia fece fare due bordate al Bangalore per evitare certi banchi che si prolungavano dinanzi alla costa, poi, non ostante l’impeto tremendo delle onde, mosse verso il faro, girando una penisoletta rocciosa, che faceva argine all’irrompere del mare.

— Calate le ancore e chiudete le vele! — comandò.

Dietro quel riparo regnava una certa calma,