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292 | sul mare delle perle |
che di quando in quando si illuminava sotto la luce dei lampi.
— Si sta formando verso occidente, — rispose il re dei pescatori di perle. — Avremo mare forte questa sera.
— I pescatori di perle si troveranno in serio imbarazzo.
— Le loro barche, sebbene non siano molto grosse, sono robustissime e non temono le onde. Giungeranno forse in ritardo.
— E noi li aspetteremo?
— Sì, nel fortino.
— Volete espugnarlo?
— Sono fermo nella mia idea.
— Lo prenderemo — rispose Jean Baret, colla solita noncuranza.
Alle sei di sera l’aspetto del mare era poco rassicurante. Le onde si succedevano con crescente impeto, scuotendo fortemente il Bangalore, mentre cominciava a diluviare.
La costa di Ceylan non era allora molto lontana e la nave, spinta da quel vento poderoso, correva con crescente velocità.
Amali si era messo al timone per dirigerla di persona.
Alle dieci, un punto luminoso, che scintillava nettamente fra quelle folte tenebre, lo avvertì che il borgo di Abaltor era in vista.
— Vi giungeremo prima che scoppi la bufera, — disse a Jean Baret, il quale cominciava ad inquietarsi della foga delle onde.
— Dormiranno tutti nella borgata?