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cap. xix. — alla conquista d'un regno 289


— Non farai troppe stragi? — gli disse.

— Sarò generoso, te lo prometto.

— Triste destino!

— Era scritto — disse Amali.

— Mio fratello....

— Te lo ricondurrò salvo. Addio e prega Budda che le sorti della guerra risparmino colui che ti farà felice.

Il re dei pescatori, più commosso di quanto dimostrava, uscì rapidamente seguito da Jean Baret, e scese nella galleria.

Il Bangalore si era accostato alla scala e la sua tolda brulicava di marinai.

Durga li aspettava all’estremità della scala.

— Quanti siamo? — chiese Amali.

— Ottanta, padrone, — rispose Durga.

— Quanti ne hai lasciati a guardia della rocca?

— Quaranta.

— Basteranno, — disse Amali. — La flotta non tornerà mai più qui e avrà da fare per difendere le coste di Jafnapatam.

Il Bangalore levò l’ancora e uscì dalla caverna, spiegando sull’albero poppiero l’antica bandiera dei marajah, tre perle azzurre in campo bianco.

Attraversò facilmente il passo delle scogliere e uscì in mare, salutato da alcuni colpi di spingarda sparati dagli uomini rimasti a guardia della rocca.

Appena fuori, Amali alzò gli occhi verso il suo palazzo e su una delle verande scorse Mysora.

— Povera fanciulla, — disse. — Come soffre pensando che io muovo alla distruzione del suo regno. Mi viene perfino un dubbio atroce.