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286 | sul mare delle perle |
— Che cosa dite di quegli uomini? — chiese a Jean Baret, quando le grida si perdettero in lontananza.
— Dico che daranno molto filo da torcere alle truppe del marajah — rispose il francese. — Sono tutti robusti garzoni, bene equipaggiati e pieni di entusiasmo.
— Li vedrete alla prova.
— Non dubito del loro valore.
— Andiamo a salutare Mysora, poi partiremo. Precederemo i pescatori e prepareremo il luogo di sbarco.
— Lascierete qui la fanciulla?
— E anche Maduri; ci sarebbero troppo d’imbarazzo.
— Maduri è giovane, ma non è un fanciulletto e farete bene ad iniziarlo nelle cose di guerra. No; conduciamolo con noi, Amali.
— Giacchè lo volete, venga pure.
Rientrarono nel palazzo e si fecero annunciare a Mysora.
Trovarono la fanciulla un po’ triste e preoccupata. Certo non aveva assistito con l’animo lieto alla sanguinosa sconfitta dei cingalesi, che dopo tutto erano in parte anche suoi sudditi. Nondimeno sorrise al francese e lo accolse con molta cordialità.
— Noi partiamo, Mysora, — le disse Amali.
— Per conquistare il trono? — chiese ella, con mesto accento.
— È il destino che mi spinge.
— E contro chi? contro mio fratello; non negarlo, Amali!