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cap. xviii. — l'assalto alla rocca | 269 |
bella fanciulla di Ceylan, — disse Amali con ardente passione.
— E chi sarebbe questa fanciulla? — chiese Mysora, mentre un tremito la scuoteva.
— Tu!
— Io, Amali?
— Sono due anni, Mysora, che il re dei pescatori di perle, l’uomo che tuo fratello ha esiliato dalle terre che un giorno appartenevano ai suoi avi, pensa costantemente a te e che ti rivede tutte le notti nei suoi sogni.
«Il giorno che tu apparisti per la prima volta sui banchi di Manaar, più bella delle perle che si celano sotto le acque, il mio cuore ha ricevuto tale ferita da non guarirne più mai.
«Per te ho dimenticato l’odio feroce che nutrivo verso la tua famiglia; per te ho imposto silenzio al grido di vendetta che irrompeva dal mio animo; per te ho colmato l’abisso sanguinoso che ci separava.
«Io oggi non sono che il re dei pescatori di perle, senza corona e senza stato; domani invece sarò tanto potente da far tremare tutta l’isola di Ceylan, perchè ventimila uomini, i più coraggiosi ed i più fieri scorridori del mare, saranno con me, pronti a vincere od a morire.
«Mie saranno le coste cingalesi, mie le favolose ricchezze sepolte sotto i banchi di Manaar, mie le miniere d’oro e di diamanti dell’isola e mio il mare che bagna quella terra benedetta da Budda.
«Avrò un trono, avrò sudditi, avrò schiavi, avrò ricchezze, avrò potere.... e tutto offrirò alla