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cap. xviii. — l'assalto alla rocca 267


— Ti preme, Mysora, andartene? — chiese Amali con dolore.

— Questa non è la mia patria, — rispose la giovane, abbassando gli occhi con un certo imbarazzo. — Qui sono straniera, anzi prigioniera.

— Una prigione dolce che molti ti invidierebbero.

— Non dico che sia dura, al contrario. Quando potrò partire?

— Non ti ho ancora detto che tu sei libera, — rispose Amali.

— Il re dei pescatori di perle, oserebbe mancare alla promessa fatta a mio fratello? — chiese Mysora, alzando vivamente il capo e aggrottando la sua bella fronte.

— Io non ho fatto promessa alcuna.

— Non hai ottenuto Maduri in cambio della mia libertà?

— No, Mysora, perchè tuo fratello ha rifiutato di accettare il patto.

— Mi ha abbandonata!

— Peggio ancora, perchè quando io gli feci conoscere che tu correvi incontro ad una morte certa per mano dei miei uomini, mi ha risposto che ti avrebbe vendicata e nulla di più.

Un lampo d’ira era balenato negli sguardi di Mysora.

— Crudele! — esclamò. — Non si preoccupava della mia morte.

— Affatto, — disse Amali, — perchè tu non eri già la regina di Jafnapatam.

— E quell’uomo è mio fratello! — esclamò