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262 | sul mare delle perle |
— Sì, signore, sperando di raggiungere le sue navi e di dirigere l’attacco.
— Ed i pesci-cani, manco a dirlo, lo hanno divorato.
— È successo così.
— Mi rincresce che quel bravo giovane abbia fatto una fine così miseranda — disse Amali. — Gli uomini che erano incaricati di sorvegliarlo e che lo hanno lasciato fuggire, avranno la punizione che si meritano. Mysora sarebbe capace di serbarmi rancore per la morte del principe.
— Un rivale di meno — disse Jean Baret. — Quantunque vostro prigioniero poteva diventare un uomo assai importuno.
— Era un principe leale e valoroso.
— Doveva rimanersene nella sua stanza invece di tentare la fuga. Lasciamo il principe e pensiamo a organizzare la difesa.
— Tutto è pronto, signore — disse il capo. — Abbiamo piazzate le spingarde dietro i parapetti e radunato enormi quantità di sassi da rovesciare sulle galee.
— Jean Baret — disse Amali. — Volete visitare le nostre difese?
— E voi?
— Mi preme vederla — rispose Amali a voce bassa.
— E sopratutto parlarle.
— Sì, Jean Baret.
— Quando me la presenterete?
— Domani.
— Vi auguro che vi faccia buona accoglienza.