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258 sul mare delle perle

dove la carcassa dello stazionario inglese terminava di sfasciarsi.

Verso le una del mattino, Amali indicò a Jean Baret una massa nerastra, che si ergeva sul mare.

— La mia rocca — disse. — Abbiamo camminato con una velocità che nessuna nave potrebbe raggiungere.

— Ed io vedo dei lumi — aggiunse il francese.

— Guardate: descrivono come un semicerchio intorno alla vostra isola.

— Lo vedo — disse Amali, con voce calma. — Le flotte alleate assediano il mio rifugio. Tempo perduto e fatica assolutamente inutile.

— Potremo passare di sorpresa?

— Mi pare che quei lumi non si estendano dinanzi alla caverna — rispose Amali, il quale guardava con viva attenzione.

— Se potessimo accostarci inosservati?

— Non abbiamo alcun fanale acceso, quindi è da sperare che nessuno ci abbia veduto.

— Ed i vostri uomini non ci prenderanno per nemici?

— Abbiamo un segnale che noi soli conosciamo.

Il Bangalore s’accostava silenziosamente, con una parte delle sue vele chiuse, cercando di cacciarsi in mezzo alle scogliere, che proteggevano la caverna.

Tutti gli uomini d’altronde erano pronti a dare battaglia. Le spingarde erano state caricate di nuovo e numerose carabine e pistole collocate sulle murate, onde aprire un fuoco accelerato.

Le galee degli avversari si erano distese intorno