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cap. xvii. — le galee del marajah | 249 |
— D’incontrare la flotta del marajah unita a quella del principe di Manaar. — So che si sono alleati.
— Per agire contro di voi?
— Vogliono tentare d’impadronirsi della mia rocca.
— Avete persone sufficienti per difenderla?
— Centocinquanta uomini e dodici spingarde e poi le sue spiaggie sono inaccessibili, — disse Amali. — non vi è che una caverna che permetta di salire e quella è piena di pesci-cani, che non riconoscono che i miei uomini. Si provino ad assalire il mio covo, se l’osano.
— Ed ora che cosa farete? Mysora è vostra prigioniera, il ragazzo è in nostra mano, quindi non esiste più alcun ostacolo per scatenare la guerra. Sono pronti i vostri pescatori di perle?
— Non aspettano che un mio ordine per abbandonare i banchi ed impugnare le armi.
— Poichè le cose sono a questo punto, possiamo agire.
— Sì, quando saremo giunti alla mia rocca manderò emissarii ai banchi affinchè avvertano i capi dei pescatori.
— Di quanti uomini può disporre il marajah? — chiese Jean Baret.
— È molto se potrà mettere in armi cinque o seimila guerrieri.
— E voi?
— Da quindici a ventimila.
— Vittoria assicurata. Il marajah pagherà care le sue crudeltà.