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248 | sul mare delle perle |
danna pronunciata da quel principe crudele. Subito avvertito, avevo attraversato il lago, approfittando d’una brezza favorevole, nascondendo la nave dietro quell’isolotto. Ero quasi sicuro che il supplizio avrebbe avuto luogo presso quella spiaggia e come vedete non mi ero ingannato. Due colpi di spingarda ai coccodrilli, due alle genti del marajah ed ecco il giuoco fatto.
— Se volete che vi dica la verità, non dubitavo menomamente di vedervi giungere da un momento all’altro — disse Amali.
— Vorreste che io vi avessi abbandonato? Oh! Mai, anche se avessi dovuto impegnare una lotta disperata. Jean Baret non lascia gli amici in pericolo, senza tentare almeno di salvarli.
— Grazie in nome di tutti noi; vi dobbiamo la libertà e la vita.
— Bah! Quello che ho fatto è ben poca cosa; non vale la pena di ringraziarmi. E quel feroce marajah, pur di vedervi morto, sacrificava sua sorella?
— E senza verun rimpianto — disse Amali.
— Quell’uomo ha un cuore di macigno.
— Meglio così, Jean Baret, perchè quando Mysora apprenderà in quale conto l’ha tenuta suo fratello, l’odierà o per lo meno non cercherà di salvarlo.
— Quando vedremo quella fanciulla? Sono molto curioso, mio caro Amali.
— Se non troviamo ostacoli, fra sei ore saremo sulla mia isola.
— Se non troviamo ostacoli! Che cosa temete?