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cap. xvi. — due formidabili nemici 241

due servi, i quali portavano delle focaccie di riso, del pesce, delle frutta ed un fiasco di vino di palma.

— Ve li manda il marajah, — dissero, deponendo i canestri a terra.

— Che questi cibi siano avvelenati? — chiese Durga.

— Sarebbe una morte troppo dolce, — disse Amali. — E poi il marajah ama gli spettacoli sanguinari e non ci manderà nel paradiso di Budda senza divertirsi colla nostra pelle. Possiamo mangiare con perfetta sicurezza.

— Si vede che vuole offrirci ai coccodrilli ben pasciuti. È ben crudele quel principe.

Sebbene tutti, più o meno, fossero un po’ atterriti della sorte che li aspettava, si misero a mangiare, non volendo parere deboli al momento terribile dello spaventevole supplizio.

Durante la giornata, alcuni capitani e cortigiani andarono a visitare Amali, cercando di indurlo a confessare dove aveva nascosto Maduri, progettandogli in cambio salva la vita; il re dei pescatori di perle fu inflessibile.

D’altronde non aveva alcuna fiducia nella parola del marajah.

— Se io cedessi il fanciullo, non salverei egualmente la vita — disse ai suoi compagni. — E poi preferisco perderla, anzichè vedere Maduri ancora ostaggio di quell’uomo crudele.

Verso le sette, nel momento in cui il sole s’abbassava sull’orizzonte, quattro capitani entrarono nella tenda seguiti da venti guerrieri armati di carabine e di lancie e fecero uscire i prigionieri.