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230 | sul mare delle perle |
— Mio zio prigioniero del marajah! — gemette, mentre un pallore cadaverico si diffondeva sul suo viso. — Grande Budda!... È perduto! Signore, credete che tornando io dal marajah potrei salvarlo? Parlate: sono pronto a farlo.
— Per tenervi poi tutti e due? No, mio valoroso Maduri, tu rimarrai con me e sotto buona guardia.
— E mio zio?
— Lo salveremo, non dubitare.
Il fanciullo scosse il capo, mentre due nuove lagrime gli bagnavano le gote.
— Il marajah è cattivo, e lo ucciderà.
— E noi, non ci conti?
— Lo salverete?
— Lo tenteremo.
— Il marajah è potente, signore, mentre voi non avete che dieci uomini.
— Che valgono cento cingalesi: e poi ve ne sono degli altri sul lago e abbiamo anche una nave bene armata, quella di tuo zio.
— Sarete sempre in pochi.
— Oggi forse sì; fra pochi giorni saremo in diecimila, od il doppio perchè tutti i pescatori di perle obbediscono a tuo zio. Se sarà necessario noi andremo a radunarli e li avventeremo contro Jafnapatam. Chi potrà resistere ad una simile fiumana di persone decise a tutto? Vieni, Maduri, torniamo verso il lago e aspettiamo gli eventi. Ti dico che rivedrai presto tuo zio.