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16 | sul mare delle perle |
cuna osservazione al suo padrone. Si era invece messo a strofinare frettolosamente il petto del palombaro, mentre uno dei suoi marinai introduceva fra le labbra dello svenuto una piccola fiala contenente dell’arrah.
Sentendosi bruciare la gola da quella bevanda molto alcoolica, il palombaro ebbe una scossa come se avesse subito una bruciatura, poi sternutò più volte, quindi aprì gli occhi, guardandosi intorno con stupore.
— Non sei più in fondo all’acqua — gli disse Durga. — Apri pure gli occhi; vedi, sei sopra una nave ed il pesce-cane che voleva servirti di feretro, è morto.
— Chi mi ha salvato? — chiese il giovane.
— Un uomo che non ha paura nè del mare, nè degli squali, nè delle belve.
— Il suo nome?
— Che importa a te?... Non basta che ti abbia salvato? — chiese Durga.
— Desidero conoscerlo — insistette il palombaro, quasi con tono di comando.
— Prendi invece questo regalo che ti dona il tuo salvatore e torna alla tua barca.
Vedendo il prezioso gioiello che Durga gli presentava, un sorriso di sprezzo sfiorò le labbra del giovane.
— A me delle perle! — esclamo: — Regalale ai miei uomini se vuoi o dalle ai tuoi.
— Giovanotto — disse il luogotenente di Amali, turbato. — Sono mille sterline che tu rifiuti, un tesoro per un pescatore che non guadagna cinque