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cap. xiv. — i cingalesi alla riscossa | 209 |
potrebbe perdere le nostre orme nei terreni umidi ed ingombri di vegetali.
— Vorrei essere a bordo del vostro Bangalore.
— Domani, se vedremo che i cingalesi si sono allontanati, caleremo verso il lago e andremo a cercarlo.
— E se il marajah lo scopre?
— I miei uomini hanno le spingarde e si difenderanno vigorosamente. Io non ho alcun timore per loro e poi possono allontanarsi quando vogliono e ritornare a loro piacimento.
— Non ha una flottiglia il marajah?
— Sì, sulla costa.
— Navi o scialuppe?
— Delle piccole galee, che non possono competere col mio Bangalore e che non hanno alberatura — rispose Amali.
— Non potrebbero risalire il canale ed entrare nel lago?
— Sì, ma occorrerrebbe però del tempo, un paio di giorni per lo meno. Volete andare a riposarvi?
— Non ne ho più voglia. Questo cane, che continua a urlare, m’impedirebbe di chiudere gli occhi. Non vi pare che i latrati si avvicinino?
— Mi sembra, Jean Baret — rispose Amali, che pareva molto preoccupato. — Quel cane deve essere già giunto nella jungla.
— Finirà col trovarci.
— Resisteremo agli uomini che lo seguono.
— E se sono molti?
— Non credo. Il marajah probabilmente avrà diviso le sue genti in numerosi drappelli, allo