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cap. xiii. — il rapimento di maduri 201


— Ci giungeremo presto, — rispose Binda.

Continuarono ad avanzare, portando sempre il ragazzo, onde sottrarlo alle spine, e curvando i vegetali, che non accennavano a diradarsi.

Altre due volte dovettero fermarsi, avendo scorto altri grossi animali passare a breve distanza, dei bufali o dei cinghiali, poi il capitano si fermò dicendo:

— Siamo giunti.

— Io non vedo nulla, — disse il francese.

— Aspettate che abbiamo oltrepassato questi immensi bambù.

— Vi è uno spazio libero intorno al tempio?

— Sì.

— Così almeno potremo vedere se i cingalesi si avanzano.

Il capitano si tuffò in mezzo ai vegetali, urtandoli violentemente per farsi largo, e raggiunse uno spazio quasi scoperto, in mezzo a cui si rizzava un informe edificio, sormontato da una cupola piramidale, traforata da un numero infinito di finestre.

— Ecco la pagoda — disse. — Per questa notte saremo al coperto.