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200 | sul mare delle perle |
probabilità di non venire assaliti. Ci vedono poco quei bestioni e non hanno l’olfatto fine.
— Viene — disse Durga.
Una massa enorme, che aveva sul muso un lungo corno piantato verticalmente, aveva aperto i vegetali, soffiando con forza.
Sia che avesse fiutato qualche cosa di sospetto, sia che fosse stanco, o che temesse qualche sorpresa, s’arrestò un momento guardando attraverso le canne e fiutando l’aria, dopo di che si rimise in cammino, passando a soli quattro passi di distanza dal gruppo imboscato.
— È un rinoceronte — disse Amali, quando non udì più lo scricchiolare delle canne. — Se si accorgeva della nostra presenza ci ammazzava tutti; le nostre palle non sarebbero riuscite a fermarlo sul colpo.
— Hanno una pelle straordinariamente grossa — disse Jean Baret. — Un giorno, per ammazzarne uno, ho dovuto sparargli addosso dodici volte.
— Ripartiamo, — consigliò il capitano.
— Ed i cingalesi che non si odono più? — disse il francese.
— Ci cercheranno senza far rumore — rispose Amali. — Conviene anche a loro non farsi udire.
— Riusciranno a scoprire le nostre orme?
— Hanno i cani, — disse il capitano. — Prima però che le scoprano ci vorrà del tempo e poi la jungla è folta ed umida.
— E questo vecchio tempio, si vede? — chiese Durga.