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cap. xiii. — il rapimento di maduri | 195 |
— Sì — mormorò il re dei pescatori di perle. — Ci inseguiranno.
— Volete aspettare qui la vostra nave?
— Non la vedo ancora. Che cosa può esserle successo?
— La marea l’avrà lasciata a secco. So che si fa sentire assai forte su questo lago.
— Amali — disse il capitano. — Non fermiamoci troppo qui. Giacchè abbiamo tempo, rifugiamoci nei boschi. Più tardi penseremo a raggiungere la tua nave. Conosco un nascondiglio dove potremo aspettare che le genti del marajah si stanchino di cercarci.
— È lontano? — chiese Jean Baret.
— Si trova in mezzo ad una jungla foltissima.
— Che cos’è quel rifugio?
— Un tempio dedicato a Budda.
— Quanto impiegheremo a giungerci?
— Due o tre ore.
— Domineremo il lago?
— Sì, perchè si trova in alto.
— Andiamoci — disse Amali. — Alla mia nave deve essere successo qualche arenamento; se così non fosse sarebbe qui, perchè i miei uomini sono di una fedeltà a tutta prova. Li ritroveremo in altro momento.
— Non lascieranno il lago? — chiese Jean Baret.
— Senza di me! Oh, mai! aspetteranno il mio ritorno, anche se la mia assenza dovesse prolungarsi un mese.
— Venite — disse il capitano. — I cingalesi si