Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
cap. xiii. — il rapimento di maduri | 193 |
aumentava di momento in momento. Le palle fioccavano intorno alla barca.
— Gettati dietro il bordo! — gridò Amali a Maduri.
In quell’istante una palla, meglio diretta, forò le tavole della scialuppa, aprendo un buco grande come una moneta da un soldo e l’acqua cominciò a entrare. Altri due proiettili aprirono nuovi buchi.
— Padrone — disse Durga. — Facciamo acqua.
— Dirigi la barca verso la riva che si estende oltre la palude — rispose il re dei pescatori di perle, senza cessare di sparare. — Ci salveremo nei boschi.
— Ed il Bangalore? — chiese il francese.
— Starà mettendosi alla vela — rispose Amali. — Non potrà essere qui prima di mezz’ora.
— E la barca affonda.
— Ci faremo raccogliere sulla riva.
La barca correva a sbalzelloni, sotto la spinta dei quattro remi, dirigendosi verso la riva più prossima, la quale era separata dalla palude da un largo e profondo canale, che i cingalesi non potevano attraversare, essendo popolato dai coccodrilli.
Il fuoco era cessato a causa della distanza; invece le urla e le minaccie continuavano. I soldati del marajah urlavano all’impazzata, intimando ai fuggiaschi di tornare indietro e di riconsegnare il ragazzo.
— Aspettateci — rispondeva Jean Baret, il quale, lasciata la carabina, s’ingegnava, col suo ampio cappello, di gettare via l’acqua che entrava in quan-