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192 | sul mare delle perle |
Amali portava sempre il ragazzo e pareva che neanche sentisse quel peso, perchè correva avanti a tutti.
Jean Baret invece rimaneva alla retroguardia, per uccidere chiunque si presentasse.
Le grida continuavano. Tutti i cingalesi si erano slanciati, dietro ai fuggiaschi, senza più occuparsi degli elefanti.
Il marajah probabilmente era con loro per stimolarli.
— Non ci lascieranno più — mormorava Jean Baret. — Brutto affare se ci raggiungono prima di toccare il lago. Corrono come cervi questi cingalesi.
Li sentiva avvicinarsi. I più veloci non dovevano essere lontani che tre o quattrocento metri.
Anche Amali se n’era accorto e raddoppiava gli sforzi; raccomandando a Maduri di tenersi ben attaccato al collo.
Dopo altri dieci minuti di corsa sfrenata, giungevano al lago. Quindici o venti cingalesi erano alle loro calcagna ed avevano cominciato a sparare qualche colpo di fucile.
Il canotto era là, arenato sulla riva.
Durga con una scossa lo rimise in acqua, mentre Jean Baret tirava due colpi contro gl’inseguitori, atterrando i più vicini.
S’imbarcarono alla rinfusa, presero i remi e s’allontanarono velocemente, dirigendosi verso le isole. Amali ed il francese avevano ripreso i fucili, aprendo un vivissimo fuoco.
Anche i cingalesi sparavano ed il loro numero