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cap. xiii. — il rapimenti di maduri | 191 |
— Eccolo! — gridò il francese.
— Maduri! — esclamò il re dei pescatori di di perle. — Mi riconosci tu?
— Mio zio! — balbettò il ragazzo. — Ti conosco ancora.
— Vieni! Fuggiamo! Sei libero!
Stavano per prendere la corsa, quando si udì un grido.
— Portano via l’ostaggio! Tradimento! Tradimento!
Così gridava un cortigiano del marajah, il quale, fuggendo, si era diretto da quella parte.
Jean Baret, che aveva impugnato la carabina, si volse e, vedendolo avvicinarsi colla scimitarra in mano, gli sparò addosso, facendolo cadere sulle ginocchia.
Il grido del cortigiano, malauguratamente, non era andato perduto. Altri, che si dirigevano verso quella parte della palude, l’avevano udito ed avevano anche veduto il francese far fuoco.
Urla acute si alzarono.
— Rapiscono Maduri! Alle armi! Tradimento! A noi, guardie!
Quantunque gli elefanti continuassero a correre, barrendo e atterrando quante persone potevano raggiungere, alcuni soldati si erano slanciati dietro ai fuggiaschi.
— Al lago! — gridò Jean Baret. — Siamo stati scoperti.
In un momento attraversarono il canneto e si gettarono nella foresta, sperando di far perdere le loro tracce.