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cap. xiii. — il rapimenti di maduri | 187 |
— Monteranno subito in furore?
— Dopo qualche minuto.
— Rispondete dell’esito?
— Sono sicuro della potenza del mio liquido.
Erano le dieci e un quarto quando il drappello giunse a breve distanza dal campo.
I soldati, i servi ed i battitori si divertivano allegramente intorno ai fuochi, suonando e danzando, mentre sotto la tenda del marajah si udivano echeggiare canti selvaggi.
— È la il mio nemico — disse Amali, con voce cupa. — Se potessi sorprenderlo e ucciderlo in mezzo all’orgia!
— E Mysora? — gli mormorò agli orecchi Jean Baret.
— Ah! Sì, avete ragione — sospirò il re dei pescatori di perle.
— Per questa notte accontentatevi di avere il fanciullo. Vale più del marajah, perchè vi sgombrerà la via per giungere al trono. Voi rimarrete nascosto in mezzo a questi cespugli coi vostri due uomini e ci aspetterete. Appena fatto il giuoco fuggiremo verso il lago e c’imbarcheremo. Nella confusione, nessuno farà attenzione a noi.
— Agite con prudenza.
— Fidatevi di me.
Entrò nel campo, seguito da Durga e dal capitano, salutato con deferenza dalle guardie, e si diresse verso la tenda del marajah, dove il baccano era assordante.
Il principe, i suoi cortigiani ed i suoi ministri